La vera paura.

E’ mercoledì, sono seduta sul divano di casa in tuta, gambe incrociate come sempre, Siri in braccio a me che fa le fusa e dormicchia.

Ascolto la pioggia che batte sulla terrazza e guardo il cielo che si illumina a causa dei fulmini che sembrano voler aprire la terra.

Arriva una telefonata: ho scordato l’appuntamento dall’estetista e mentre sto chiaccherando con la mia “spelatrice” di fiducia sento muoversi tutto.

Alzo lo sguardo all’orologio, sono le 19.11 e sì LA TERRA STA TREMANDO, “è un cazzo di terremoto” ci diciamo con l’estetista, “scappiamo!”.

Ma non sono stata in grado di fare nulla, sono rimasta pietrificata, immobile sul divano con la paura che si aprisse una qualche voragine nel mio salotto.

Mi ripeto che abito al quarto piano e che le scale potrebbero essere meno sicure di casa mia, mi torna in mente la fuga da scuola per il terremoto del 1996 e tutte le prove fatte in caso di emergenza, ma non riesco comunque a muovermi, sono inerme davanti alla potenza di questa scossa.

Non so se sono stati 1 o 10 minuti, so che quando ho capito che era finito sono crollata in un pianto di puro terrore. In quel cortissimo lasso di tempo fra i vari pensieri, c’è stato anche quello che sarei potuta morire in casa e da sola.

Chiamo la mamma, ovvio, chi chiami dopo una cosa del genere se non lei? Tutto ok per fortuna, cerca di tranquillizzarmi e mi dice che non è nulla, che spettacolo la mia mammola!

Dopo aver sentito la mamma chiamo “lui”. Lui non ha sentito nulla, ma sente me molto scossa (veramente sono piagnucolante) e mi tranquillizza con la sua solita dolcezza che mi fa sciogliere come il burro sotto il sole ad Agosto.

Ho cercato subito informazioni del sisma in internet per capirne l’intensità e la gravità per le zone nell’epicentro. Sembra che non ci siano danni e inizio a pensare che sono una scema, che non devo preoccuparmi, che c’è gente che ha veramente paura e quindi devo stare tranquilla.

Ma non ce la faccio nemmeno a mangiare, ho come un peso sullo stomaco, richiamo lui e gli spiego che mi sento come se stesse per succede qualcosa di brutto e che sento una grande ansia crescere, mentre glielo dico mi sento ancora più cretina ma non posso non esprimere quello che provo. Penso anche di scrivere subito quello che mi passa per la mente, per rendere indelebili questi pensieri, queste paure, ma non posso accedere il pc ora, mi riprometto di non scordarmi, domani scrivo sul blog continuo a ripetermi.

21.18

Sento di nuovo il divano muoversi ma è più forte di prima, molto!

Prendo Siri in braccio, e chiamo LUI. Mi metto a piangere, ho una paura fottuta, penso che se muoio non gli ho detto abbastanza che gli voglio bene, che sono innamorata di lui, che mi piace tantissimo e che ogni tanto mi immagino con lui in un futuro, ho sognato anche di fare un figlio con lui e ora sono a casa da sola che ho paura di morire senza avergli detto quello che provo.

Sembrano minuti infiniti, anche lui lo sta sentendo ma cerca comunque di farmi stare calma, io stringo Siri ancora più forte e attendo che passi.

La serata è continuata fra la paura che arrivassero ulteriori scosse e la voglia di dormire, cosa che ovviamente ha prevalso su tutto.

Stasera lo vedo e se dovesse succedere di nuovo almeno sarò fra le sua braccia.

Terremoto, vai a fare in culo.

 

 

 

 

 

 

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